L’apparenza (album di Lucio Battisti del 1988)

È l’album che dà un taglio alla forma classica della canzone creando un nuovo scenario compositivo: s’intitola L’APPARENZA, pubblicato nel 1988 da Lucio Battisti e contenente 8 brani.

Apre le danze A portata di mano, astrazione pura tra giochi di parole, assonanze e immagini libere: bella la batteria che dà slancio al motivo. Specchi opposti pone all’avanguardia i sintetizzatori su un telaio spiazzante e geniale. L’apparenza scorre sul filo di un frammento melodico mentre il testo mette a nudo il senso del dubbio non senza poesia surreale. Per nome è una contagiosa scalata elettronica che si libra in una atipica sinfonia, certamente una canzone che rimane agevolmente in testa. Dalle prime battute, glaciale e impassibile, suona a tratti commovente e per altri motivi pone una notevole batteria elettrica in prima linea. In Lo scenario Lucio e Robyn Smith creano con chitarra e tastiera un’atmosfera quasi disturbante descrivendo sui tipici e surreali versi di Panella un ritratto femminile. Allontanando tiene in piedi un tappeto sonoro dolce e rilassante, raccontando le distanze del dialogo. Per l’album fu scritta anche una nona canzone, La pace, ma gola profonda racconta che non venne inserita nel disco perché Panella propose di comporre prima il testo e poi la musica invertendo la tradizione compositiva di Battisti: ne esiste comunque una registrazione recitata dalla giornalista Maria Concetta Mattei nello special tg2 dossier dell’8 settembre 2000, il giorno prima del secondo anniversario della morte di Lucio.

L’APPARENZA è stato suonato da soli tre turnisti Battisti compreso, coadiuvati da due assistenti del suono a glorificare la passione del grande artista laziale per la new wave e l’elettronica.